Familupi's Blog

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mercoledì 19 gennaio 2011

Il Gioco del Teatro

o meglio cosa rimane di un laboratorio...

Non mi sono mai reso conto di quanto il Teatro fosse così vicino alla gente, di quanto ci fosse di vero nella recitazione e nell'astrazione di uno spettacolo teatrale.
O meglio, dopo aver preso parte allo stage di Teatro Fisico di Matteo, ho avuto l'impressione che quanto sperimentato nei vari esercizi teatrali fosse in realtà qualcosa strettamente legato alla conoscenza del mio corpo e della mia mente e ,di conseguenza, strettamente legato alla mia vita.

Il Teatro Fisico così come teorizzato da Lecoq rende ancora più umano l'attore.
Mi colpisce particolarmente riesce a lavorare sul corpo e sulla mente dell'attore per rendere la recitazione più vera. In fondo, siamo fatti di materia e per questo ricerchiamo un riscontro nella fisicità.

Ed ecco che googlando mi è capitato sotto mano questo testo che mi pare giusto riportare:
"Le motivazioni che spingono persone ad avvicinarsi al teatro sono da sempre molteplici. C'è chi lo fa perché 'mi piace stare in mezzo alla gente' oppure 'devo vincere la mia timidezza' oppure 'ho sempre desiderato esibirmi', altr...i semplicemente 'voglio provare'. Queste sono solo alcune delle risposte a chi si domanda 'perché?'.Tra le varie risposte è comunque possibile trovare un minimo comune denominatore: la voglia di mettersi in GIOCO!
Proprio questo vuol essere il senso di questo laboratorio (inteso come luogo di scoperta).
Un modo per avvicinarsi al teatro giocando proprio perché il gioco fa leva sull’immaginazione, favorisce la creatività e permette la scoperta di lati nascosti della propria personalità. Il gioco crea un clima di fiducia reciproca. Con il gioco si libera la spontaneità: chi gioca è chiamato a dare risposte immediate ad uno stimolo esterno, superando le inibizioni provocate da un’eccessiva vigilanza della volontà e della coscienza. Attraverso i giochi l’attenzione e’ orientata a relazionarsi con gli altri, con la speranza di ritornare un po’ bambini e riscoprire i propri istinti. "
(associazione MEDEM)

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